Descrizione
Ci sono dei popoli incontaminati. Ancestrali. Che
credono ancora che la terra sia una cosa sacra. Da
difendere. A tutti i costi. Uno di questi è quello
Karen, che vive nella Birmania Orientale, dove
si combatte la guerra più lunga e sconosciuta del
mondo. Per raggiungere il loro territorio bisogna
partire dalla città di Mae Sot, in Thailandia. Sei ore
di viaggio verso sud, costeggiando l’infinita frontiera
naturale tra i due Paesi asiatici. Il confine che
non c’è si supera clandestinamente, entrando nella
fitta vegetazione della giungla, lasciando la strada
principale fatta di pericolosi tornanti e checkpoint
dell’esercito thailandese. Black area, l’ha definita il
governo birmano. Una zona nera dove i giornalisti
non possono entrare ma dove tutto è possibile.
Si spara a vista e le violenze, che sono iniziate nel
lontano 1949 e hanno causato migliaia di vittime,
non sono mai finite.
I Karen, originari della Mongolia e del Tibet, sono
arrivati in queste zone dopo una lunga migrazione
nel 730 Avanti Cristo. Animisti, buddisti, cristiani
e musulmani vivono tranquillamente in armonia
tra loro e con l’ambiente che li circonda. È l’esercito
birmano il problema. Da decenni, infatti, tenta
di annientare ogni specificità e di arricchirsi con
le molte risorse naturali che la regione offre. Ma
questo popolo non è rimasto a guardare, ha imbracciato
le armi e ha iniziato a combattere. Da
una parte c’è chi vuole difendere la terra degli Avi e
le proprie tradizioni. Dall’altra chi uccide per soldi
e potere. Gli interessi sono, purtroppo, parte integrante
di ogni conflitto. Lo sappiamo. E lo sanno
bene soprattutto i Karen che lottano da tanto,
troppo tempo.