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I ragazzi del ciclostile. La Giovane Italia, un movimento studentesco contro il sistema

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Descrizione

Cosa ha rappresentato la Giovane Italia? Baldoni e Amorese raccontano i due decenni del più importante
movimento giovanile di studenti del secondo dopoguerra. Nata a Milano nel 1950, l’Asan Giovane Italia ha caratterizzato dentro e fuori le scuole italiane una presenza preponderante: sindacalismo studentesco, pubblicazioni
e giornalini, attenzione alla cultura ed all’arte, ma soprattutto un movimento che, fin dal suo nome con quel richiamo mazziniano, ha fatto della difesa della Nazione la sua ragione di vita e la sua principale attività.
Dalla questione orientale con la difesa di Trieste italiana a quella dell’Alto Adige, dall’egemonia delle proteste anticomuniste per l’invasione sovietica di Budapest e Praga, la Giovane Italia riporta i tricolori nelle piazze e nelle strade italiane, è l’incubo di presidi e questori, è per anni punto di riferimento per generazioni di ragazze e ragazzi alternativi all’incombente penetrazioni marxista nelle scuole. Spesso con pochi mezzi a disposizione, tra questi…il ciclostile, un formidabile strumento di comunicazione e di proselitismo.
Negli anni Cinquanta fino a metà anni Sessanta la Giovane Italia, con migliaia di tesserati (le quote della tessera aiutano a rendere autonoma l’Associazione dal Msi), diviene il più seguito movimento giovanile tra gli studenti. Precede di quasi venti anni, forme e metodi di propaganda che saranno usati prima e durante la Contestazione e le contrastanti posizioni sul Sessantotto provocheranno una frattura nella destra giovanile.

Adalberto Baldoni.
Giornalista e saggista. Si è occupato della storia della destra contemporanea e del terrorismo in Italia. E’ stato consulente storico per l’Istituto Luce e per la Rai. Oltre 30 anni al Secolo d’Italia, oggi è direttore responsabile di Storia Rivista (Eclettica Edizioni) e collabora al Borghese. Con Settimo Sigillo ha pubblicato “Noi rivoluzionari” (1986), “Fascisti 1943-1945, Storia della guerra civile” (1993), “Il crollo dei miti” (1996). Con la Pantheon “La Destra in Italia 1946-1969” (1999). Con la Vallecchi ha pubblicato “Due volte Genova” (2004). Autore con Sandro Provvisionato de “La Notte più lunga della Repubblica” (1989, Serarcangeli ), “A che punto è la notte?” (2003, Vallecchi) e “Anni di piombo” (2009, Sperling Kupfer). Per l’Istituto Luce ha scritto “Sessantotto. L’utopia della realtà” (2006). Autore con Gianni Borgna di “Una lunga incomprensione, Pasolini fra destra e sinistra” (Vallecchi, 2010). Per Pagine ha scritto “Pagine strappate. Le verità nascoste” (2012). Con la Fergen ha pubblicato “Destra senza veli” (2018).

Alessandro Amorese.
Classe 1974, vive a Massa ed è padre di tre bambini. Giornalista, saggista, editore, studioso ed esperto di movimenti
giovanili e sociali. Laureato all’Università di Pisa con una tesi su Tangentopoli vista dall’opinione pubblica inglese.
Con Eclettica Edizioni ha pubblicato i saggi “Beppe Niccolai. Il Missino e l’eretico” (2010, prima edizione, 2016
seconda edizione), “Fronte della Gioventù. La destra che sognava la rivoluzione. La storia mai raccontata” (2013),
“La Massese in Serie B. 1969-70, 1970-71, due stagioni nella storia” (2015), “Fuan. Gli studenti nazionali tra piazze
e atenei. Prima parte: dai Guf al ’68” (2017) e “Rivolte. I fermenti nazionalpopolari da Avola a Reggio Calabria”
(2020). E’ direttore del bimestrale Storia Rivista e segretario dell’Istituto “Stato e Partecipazione”.