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L’ultimo titano della cultura cinematografica italiana. Luigi Chiarini, 1900-1975

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Descrizione

Luigi Chiarini (1900-1975) è stato, senza ombra di dubbio, il più importante
operatore della cultura cinematografia italiana tra gli anni Trenta e la metà degli
anni Settanta del Novecento. «Giornalista di regime» formatosi al pensiero di Giovanni
Gentile; «funzionario della propaganda» a stretto contatto con Luigi Freddi (uomo
chiave della politica cinematografica del fascismo); fondatore e animatore del Centro
sperimentale di cinematografia; autorevole critico e teorico della cinematografia; regista;
organizzatore culturale; professore universitario; direttore della Mostra di Venezia.
Nella vita intellettuale e professionale di Chiarini si riflettono l’evoluzione di quarant’anni
della cinematografia italiana e del delicato, complesso e controverso passaggio
di numerosissimi intellettuali dal fascismo all’antifascismo.

Claudio Siniscalchi, storico del cinema, per vent’anni ha lavorato alla produzione di
documentari con materiale d’archivio presso l’Istituto Luce, e, contemporaneamente,
ha insegnato storia del cinema alla Lumsa di Roma. Attualmente, oltreché collaborare
con alcune testate giornalistiche, scrive libri.
Ha pubblicato le «biografie epocali» di Jean Parvulesco, Robert Brasillach, Lucien Rebatet,
Margherita G. Sarfatti, Filippo Tommaso Marinetti e Gabriele D’Annunzio.
Nel 2000 per Mondadori ha curato Breve storia del fascismo di Renzo De Felice. Di
recente ha promosso e prefato la pubblicazione delle opere di alcuni giornalisti degli
anni Trenta e Quaranta: Nino Daniele, Mario Carli, Paolo Zappa, Marco Ramperti,
Giorgio Pini e Stanis Ruinas.