Descrizione
Una parte di Italia che, silenziosamente, scompare. Per la mancanza di servizi, per la fragilità
del territorio, per la scomparsa delle comunità che la abitano. È questa la sorte che negli ultimi
decenni sta interessando le aree interne della Penisola, territori esclusi dalle grandi direttive
di sviluppo del Paese, sebbene ricchi di storia e tradizioni. Ma questo declino è davvero inevitabile?
È questo l’interrogativo cui si tenta di rispondere, non solo individuando le numerose criticità
che caratterizzano oggi le aree interne italiane – da Nord a Sud -, bensì provando a portare
in piena luce le potenzialità intorno a cui costruire un’azione di rilancio delle aree montane
ed appenniniche. Territori che hanno nella loro storia secolare ancora oggi elementi di grande
vitalità che, opportunamente valorizzati, possono rappresentare il cardine su cui costruire un
nuovo modello di sviluppo.
Uno sviluppo più attento all’anima profonda della Penisola, poiché è proprio nei borghi
italiani che si può ancora trovare l’essenza di un’appartenenza. E’ lì che nasce quello stile di
vita italiano che rappresenta, nonostante tutto, una parte importante di quel soft power che l’Italia
quasi inconsapevolmente possiede. La crisi è profonda, ma c’è ancora tempo per invertire
la tendenza al declino. Ma occorre fare presto.
-Introduzione di Alessandro Amorese
-Prefazione: Francesco Carlesi, Crisi industriale,
spirituale, demografica e migratoria. Opporsi a
un destino già scritto.
-Clemente Ultimo, La morte della piccola Italia.
Un dramma con un finale ancora tutto da
scrivere.
-Daniele Sinibaldi, Aree interne e Sisma Centro
Italia. Lo stato dell’arte e le opportunità per
l’Appennino centrale.
-Gian Piero Joime, La nuova emigrazione italiana,
ovvero la incredibile triste storia dell’Italia
ricca diventata povera.
-Andrea Moi, Quello che non c’è.
-Postfazione: Elena Caracciolo, Salire a borgo:
un invito d’amore e un principio di rabbia.