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Lo strano caso Italia. Breviario di politiche economiche nella crisi del globalismo istituzionale aggiornato all’emergenza Coronavirus

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Descrizione

Mentre il testo originario di questo libro, completato alla fine del 2019, stava andando in stampa, in Italia e nel mondo è sopravvenuta la crisi del Coronavirus (Covid-19), che si è manifestata in una pandemia e in una crisi economica di entità e caratteristiche senza precedenti nella storia dell’economia. Ciò ha dato spunto per un aggiornamento del complesso delle analisi e della soluzioni ipotizzate in origine nel testo.
Le situazioni emerse dalla crisi pandemica, – sia nella sua forma di blocco delle attività sociali ed economiche, sia nel
manifestarsi progressivo delle sue conseguenze sulla stessa sopravvivenza di imprese e posti di lavoro -, confermano
in condizioni “estreme” quanto originariamente esposto nel libro.
Nel libro, infatti, si è cercato di rispondere alla domanda: sono realmente praticabili, dentro l’eurozona e la sua complessa disciplina di “vincolo esterno”, delle politiche di crescita senza incorrere in sanzioni e nel ricatto dello spread? Per rispondere a questa domanda si ricostruiscono gli scenari che, sia a livello europeo sia nel più ampio fenomeno istituzionale della c.d. globalizzazione, hanno indotto, negli ultimi 40 anni, una profonda ristrutturazione del modello sociale e produttivo in base al quale l’Italia aveva raggiunto il rango di quinta potenza economica mondiale. Un’attenta valutazione del dato istituzionale indica che non solo le regole dell’eurozona (peculiarità della sua banca centrale, disciplina del fiscal compact, divieto di solidarietà fiscale incarnata nel c.d. ESM) limitano, di per sé, la potenziale esplicazione di qualsiasi politica economico-fiscale efficace, ma inducono una forte conformazione del pensiero economico, e della stessa capacità di policy-making, dei vari livelli di governo.
Si ipotizza perciò l’adattabilità, pur difficile in questo ambiente istituzionale e “culturale”, di classici strumenti di
politica economica, in realtà imposti dall’analisi del ciclo economico e dalla ristrutturazione della nostra economia
verso un traino export-led della crescita sempre più asfittico.
Uscire dal vicolo cieco del vincolo esterno e dell’economia della globalizzazione in crisi, è possibile “aggirando” un
combinato di criticità accumulatesi a causa dell’applicazione annosa, ed inasprita, di regole disfunzionali al nostro
(originario) modello di specializzazione. Il rimedio consiste in un difficile combinato di politiche fiscali e industriali
espansive: ma pur sempre possibile ponendo un’estrema attenzione al dato istituzionale, cioè alle maglie che si intravedono nelle regole in cui siamo reclusi.

Luciano Barra Caracciolo. Presidente di Sezione del Consiglio di Stato, è da oltre 35 anni in magistratura. Più volte
membro dell’organo di autogoverno della magistratura amministrativa, è stato sottosegretario degli Affari Europei nel primo governo che ha preso vita nella legislatura nata dalle elezioni del 2018.
Da anni dedica la sua attività scientifica e culturale allo studio dei rapporti tra Costituzione e Trattati europei, analizzando la diversità dei rispettivi modelli economico-sociali e le problematiche, giuridiche ed economiche, che ne sono scaturite.
Ha al suo attivo, oltre a numerosi articoli ed alla scrittura di un blog di analisi economica del diritto pubblico (orizzonte48), due precedenti libri (tra gli atri da lui scritti) sul tema dell’incontro-scontro tra paradigma europeista e modello costituzionale di sviluppo (“Euro e/o democrazia costituzionale”, 2013, e “La Costituzione nella palude”, 2015).