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Giuseppe Mazzini, un italiano. L’apostolo della Patria e del lavoro

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Descrizione

Questo saggio su Mazzini (scritto nell’anniversario dei 150 anni dalla morte) ne vuole ripercorrere la storia e le idee con serietà e rigore, andando allo stesso tempo alla ricerca di granelli di pensiero e slanci ideali che sembrano ancora “parlarci”. Si tratta di spunti che muovono verso il sacrificio, la religiosità, il senso di comunità, l’elevazione degli ultimi, il rifiuto del materialismo e dell’individualismo. Grandi passioni che Mazzini incarnò e pagò con l’esilio, gli arresti e le condanne a morte. Passioni grandi che, nonostante tutto, portarono un contributo alla costruzione dell’Italia unita, ispirando inoltre generazioni di politici e studiosi dopo di lui. Certo, il patrimonio del pensiero del genovese non può essere “univoco”: sulla sua scia nacquero associazioni e partiti che fecero dell’Europa (riproponendo l’idea di «Stati Uniti – liberi e associati – d’Europa» cui accennò più volte Mazzini), dell’eguaglianza, della democrazia e dei diritti umani i loro capisaldi, mentre allo stesso tempo il sindacalismo rivoluzionario, il movimento corporativo, Gentile e il fascismo trovarono nella sua religiosità, nel suo interclassismo e nel suo patriottismo dei riferimenti fecondi. Con il passare del tempo, però, Mazzini sembra sempre più “inattuale”. Nell’epoca del capitalismo finanziario, della modernità liquida, della globalizzazione, dell’attacco ai confini nazionali parlare di spiritualità, rinnovamento morale e Patria diventa quasi assurdo e anacronistico. Mazzini, riconoscono ormai molti storici e giornalisti, spesso con soddisfazione, è relegato in un cassetto della storia. Ecco allora che recuperare il suo pensiero diventa non solo importante a livello storico, ma necessario a livello pratico. Nelle sue parole, nelle sue azioni, persino nei suoi fallimenti si può trovare una spinta tesa alla valorizzazione dell’identità nazionale e della comunità che oggi può ancora “dirci” tanto. Chi non crede alla fine della storia e dell’Italia può letteralmente rigenerarsi dentro gli scritti del patriota, pur con tutte le velleità e gli eccessi che lo caratterizzarono.

Francesco Carlesi, nato a Roma nel 1985, è Presidente dell’Istituto «Stato e Partecipazione». Cultore della materia in Storia Contemporanea e dottore di ricerca in Studi Politici. È docente e membro del Comitato Scientifico di UniDolomiti. Ha scritto per le riviste scientifiche Nuova Rivista Storica, Rivista della Cooperazione Giuridica Internazionale e Il Pensiero Storico, oltre a numerose altre di approfondimento storico e politico come Storia Rivista. Ha scritto i libri “Rivoluzione Sociale” (2015), “Craxi, l’ultimo statista italiano” (2016), “La Terza Via Italiana. Storia di un modello sociale” (2018) ed ha curato per Eclettica Edizioni i volumi “Damnatio Memoriae” (2019) e “L’Italia del Futuro” (2020). Ha collaborato a numerosi libri tra cui: “Corporativismo del Terzo Millennio” (2013), “Neolingua” (2015), “Rinascita di un impero. La Russia di Vladimir Putin” (2015), “Civiltà del Lavoro” (2020), “La sola ragione di vivere. D’Annunzio, la Carta del Carnaro e l’esercito liberatore”(2020), “Comprendere il Novecento tra storia e scienze sociali. La ricerca di A.J. Gregor” (2021) e per Eclettica Edizioni a “Borgo Italia” (2021), “Destino Nazionale Vs Vincolo Europeo” (2021), “Le radici nascoste della Costituzione” (2021).